Il protagonista del video è Alfonso Manzella, in arte “Zuccherino”. Neomelodico dall’età di 11 anni, a 20 anni era già sui giornali per una rapina. Il suo genere gang- neomelodico. Nelle sue canzoni storie di camorra, che celebrano le gesta dei camorristi. Secondo i carabinieri che gli hanno stretto le manette ai polsi, “Zuccherino” avrebbe partecipato a una sparatoria svoltasi domenica notte in piazza Sant’Alfonso a Pagani, in provincia di Salerno, cittadina di cui il neomelodico è originario.
Canzonette che raccontano uno spaccato di vita, di esistenza. Basta digitare su youtube il nome di “Zuccherino” o di qualche altro neomelodico per aprirsi ad un mondo nuovo e neppure così lontano. Sottofondi di sirene, summit, pistole avvolte nei quotidiani e ritornelli talvolta inquietanti. Veri inni alla criminalità. Ciò che più inquieta sono il numero di visualizzazioni che superano e battono quelli dei miti della musica leggera italiana.
La musica neomelodica a Napoli è parte della tradizione popolare ed è anche un business da centinaia di milioni di euro l’anno. Una galassia di stelle della musica che spesso non superano i confini campani e talvolta del loro quartiere. Tra gli artisti anche gli aspiranti della canzone neomelodica, bambini dai 9 ai 14 anni.
Un vero circuito della musica neomelodica, in cui c’è un vero staff e numerose persone che lavorano. Manager, autori di testi, case discografiche, radio, tv private e tantissimi cantanti: tutto gestito rigorosamente senza mai uscire dai confini della Campania.
Essere cantanti neomelodici a Napoli e nell’interland significa trovare la propria foto sui muri di mezza città, avere centinaia di fan al proprio seguito. Vuol dire una fitta agenda di impegni e serate musicali che fanno invidia anche ad un’artista famoso. La nuova frontiera della musica neomelodica sono i bambini e gli adolescenti che in pochi mesi diventano pop-star acclamate e desiderate.
Le canzoni dei ragazzini parlano d’amore e primi baci, ma a impressionare è la mole di denaro che i piccoli artisti riescono a produrre. A otto anni sono gli idoli del quartiere, a dieci anni si esibiscono a feste patronali, matrimoni e in tv locali, a tredici anni alcuni di loro mantengono l’intera famiglia. Meno di un’ora di esibizione valgono dai 100 ai 300 euro, e di concerti i piccoli divi ne fanno anche 12 in un’intera giornata.
Spesso le carriere si fermano prima della maggiore età, per il ricambio generazionale o perché molti diventano vittime del denaro che hanno guadagnato negli anni. Ogni passo falso può corrispondere al declino, spesso anche a causa della mole di concorrenza.