Siamo belve che condanno le vittime di violenza

untitledLa storia della sedicenne di Roma, che poche sere fa, nel quartiere Prati di Roma, ha subito una violenza sessuale da parte di un uomo (?), è la pagina più triste della cronaca nera italiana, ancora più triste è leggere i centinaia, di migliaia, di commenti di parte di uomini e donne, padri e madri di famiglia, che scrivono: “se l’è cercata”, “cosa ci faceva una ragazza di sedici anni a mezzanotte fuori casa”, “lo ha provato” e…potrei continuare, ma da donna, mi vergogno di farlo. Mi disgusta. Ancor di più mi disgusta pensare che se l’autore della violenza fosse stato un exstracomunitario, saremmo partiti tutti a dire: “via dall’Italia”, “ma guarda questo qui, viene qui e semina violenza”, saremmo stati tutti “Pro Salvini”, tutti i nuovi “Charlie Hebdo” della situazione. Ma se lo fa un italiano, bè allora la colpa è della ragazza. Vergognoso. Vergognoso e offensivo, verso tutte quelle donne che ogni giorno in silenzio soffrono per una violenza subita, per quella sensazione di dolore e di sporcizia che si portano dietro. E’ un’offesa alla vita, alla dignità di un essere umano prendersela con le vittime. Ricordiamoci che violentare è un reato e nessuno può mettere in discussione chi tristemente l’ha subita. Non esistono abiti scollati, minigonne, atteggiamenti, ammiccamenti, errori dettati dall’età, che possano giustificare l’aggressore. Non possiamo essere indulgenti verso chi stupra e belve della notte verso chi subisce. Ricordiamocelo!

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