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Professione genitore!

Professione genitore. Il mestiere più antico del mondo e il più difficile di tutti. A poche ore dall’arrivo del Royal baby inglese preferisco parlare dell’essere genitori, un compito non semplice e carico di energia e adrenalina.
Genitori non si nasce, genitori si diventa, a volte per scelta, a volte per caso. Comunque la verità è una sola: genitori si impara ad “esserlo”. I genitori sono prima di tutto una coppia. I figli arrivano dopo, ma senza genitori tranquilli e appagati non ci sono figli felici. Dopo la nascita dei figli, nonostante le fatiche del parto e la nuova realtà in cui si è catapultati, le energie che circolano tra le parti sono davvero molto positive. Proteggersi e ricaricarsi, basta non dimenticarlo, basta non impigrirsi, basta semplicemente desiderarlo. Essere genitori è un compito difficile. Un genitore ha il compito di proteggere, nutrire, coccolare, istruire e soprattutto educare. Educare significa aiutare un individuo a crescere e a sviluppare le sue potenzialità che gli permetteranno di diventare autonomo e indipendente. I genitori non forniscono istruzioni di vita, trasmettono un esempio concreto, un modello esistenziale che rappresenterà una fondamentale base di partenza per la vita dei figli. Per questo, spesso, il genitore sente il bisogno di un sostegno che lo aiuti nel mai semplice ruolo educativo. Ma attenzione a come e a cosa si cerca. Le risposte non sempre funzionano se si ottengono da fonti di informazione che generalizzano. Gli enunciati pedagogici sono quasi sempre aulici e molto piacevoli da ascoltare, ma la realtà della famiglia è molto particolare e le esigenze ad essa correllate sono uniche che richiedono risposte contesuali tarate proprio su quella specificità. La famiglia è tuttavia un contenitore di energie. In un momento di crisi la famiglia ha un ruolo importante, di protezione e ricarica. E’ quindi importante conferirle il giusto valore e assicurarsi che tutti i componenti ne siano consapevoli. Incontrarsi intorno alla tavola almeno una volta al giorno o cercare un momento durante la settimana per fare il punto sulle reciproche vite, scambiandosi notizie sulla scuola, lo sport, gli amici, gli impegni, i gossip, i pettegolezzi sono i benvenuti ed hanno lo scopo di parlare, di parlarsi.
Il genitore talvolta è modello. Alla sera, dopo il bacino della buonanotte. Ma un genitore deve porsi delle domande:
-Sono sufficientemente presente nella vita di mio figlio? Ricordate che la quantità del tempo è importante ma la qualità lo è ancor di più.
-Riesco ad essere in ascolto? Ascoltare è una condizione emotiva. Per connettervi con i vostri figli è necessario andare oltre le parole, osservarne i comportamenti.
-Posso accettare le sue scelte? Il modo in cui è organizzata la sua vita non sempre corrisponde alle proizioni dei vostri desideri, ma è la sua vita..
-Quando incide la mia presenza sulle sue scelte? Quanto di vostro c’è nell’organizzazione della sua vita ma che non necessariamente gli appartiene.
-Mio figlio è felice?
Un figlio ha bisogno dei suoi spazi, della sua libertà. Ha bisogno di cadere per imparare dai suoi errori. Accettare l’errore del proprio figlio è un passo in avanti, seppur difficile. Solo così si avranno figli responsabili ed adulti, grazie anche all’aiuto dei genitori.

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