Un hastag non solo contro il lavoro gratuito dell’Expo.Ribellarsi sempre,oltre l’Expo.

E’ l’hastag del momento, seguendo la moda dei “tormentoni” social: #iononlavorogratis per l’expo. Sintomo di una generazione, che per carità, si ribella al grande evento, volano di miliardi, del consumo di suolo e di cemento, e di lavoro precario. Tutto è iniziato con un accordo siglato nel luglio del 2013 tra Expo e le sigle sindacali, che prevede l’assunzione di 835 persone mediante contratto di apprendistato da 7 o 12 mesi. 340 giovani under 29 che parteciperanno ad un percorso formativo per conseguire la qualifica di “operatore Grande Evento”. Il protocollo prevede 18.500 volontari che dovranno alternarsi in “attività ausiliare” al ritmo di 475 per cinque ore al giorno nei sei mesi di durata dell’evento mondiale.
A pochi mesi dall’inizio dell’evento più atteso, questa “novità” ha scatenato l’indignazione poiché viene considerata come la celebrazione legislativa di quanto avviene da anni nel mercato del lavoro, in Italia più che mai.
Per carità il lavoro gratuito non fa bene a nessuno, demoralizza, scoraggia. Sono la prima a dirlo, che da anni porta avanti una passione-il giornalismo-talvolta rimettendoci di tasca propria e senza mai vedere neanche un euro, come incoraggiamento piuttosto. Però mi fa ridere come oggi ci si ribelli al lavoro gratuito per l’Expo, mentre, per tutto l’anno, lavoriamo gratuitamente per chiunque, o nel migliore dei casi siamo sottopagati con contratti di “apprendistato”,che a 30 anni francamente mi chiedo cosa si apprende ancora?!, o lavoriamo con un contratto precario-in una vita che è tutta precaria-. Poi ci svegliamo un mattino e andiamo contro l’Expo e il lavoro gratuito per lui.
Scusate ma lo trovo un tantino stupido. Quanto più stupido credere ancora ai sindacati quando sono i primi che hanno siglato un accordo del genere, smozzando ogni speranza di questo Paese, assetato di lavoro soprattutto tra i giovani.
Io l’hastag lo farei 365 giorni l’anno e non solo per Expo per tutti quei datori di lavoro che ogni giorno smozzano l’entusiasmo senza retribuire intascando il lavoro di tutti noi.

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