Non solo moda e cibo, il Made in Italy diventa straniero. Non si fermano le acquisizioni estere delle aziende d’Italia. L’ultimo è il caso Telecom, passata alla spagnola Telefonica, ma il fenomeno, in forte crescita, interessa da tempo più settori: dall’abbigliamento agli alimentari, dall’energia alle banche.
L’ultima azienda italiana ad aver cambiato bandiera è Telecom, che pochi giorni fa è passata alla spagnola Telefonica. Il fenomeno che investe i marchi italiani non è nuovo, già alla fine degli anni Novanta la passione straniera per lo shopping tra le imprese italiane si è fatta sempre più forte.
Sono soprattutto Spagna e Francia a contendersi i marchi italiani. Tra i settori più ambiti dal mondo imprenditoriale estero c’è la moda. Nel 2011 la francese Lvhm si è accaparrata più del 90% del marchio Bulgari, fondato nel 1884. L’anno successivo è stata la volta di Valentino, il marchio è volato in Qatar. Prima di Bulgari il marchio francese aveva acquistato Emilio Pucci e Fendi. Mentre Francois Pinault e la sua Ppr (ora diventata Kering) ha acquistato Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi. E con Gucci, anche il salvataggio delle porcellane Richard-Ginori.
Ad essere colpiti dal fascino straniero anche i grandi magazzini ed il fenomeno ha interessato la Rinascente, il cui nome è stato inventato da D’Annunzio. Nata a metà dell’Ottocento, dal 2011 è in mano ai tailandesi di Central Retail. Stessa sorte anche per il gruppo Coin, che adesso parla una lingua straniera, il francese. Non sono state risparmiate neanche la Parmalat e la Galbani, acquisite dalla più grande azienda: Lactalis. Acquisiti anche prodotti come l’olio, da Bertolli a Carapelli. Stessa sorte anche per Buitoni e Perugina. Tutti assorbiti da multinazionali. Tra le ex italiane del gruppo alimentare, c’è anche l’Algida e Antica Gelateria del Corso, diventate svizzere. Mentre gli alcolici, come Gancia sono nelle mani del mercato russo.
Dagli stranieri non viene risparmiato neanche il mercato energetico. Infatti, Enel, ha annunciato pochi giorni fa la cessione della sua quota in Severenergia a Rosneft. Stessa sorte anche per le banche. La Banca Nazionale del Lavoro fa parte di Bnp Paribas. Mentre si vola col marchio Alitalia ma super corteggiato dal cugino d’Oltralpe Air France.
Grandi marchi, vanto italiano ed il nostro Paese ha perso pezzi d’industria e del made in Italy. Restano i nomi, restano l’eccellenza e il vanto ma non gli imprenditori, i proprietari italiani.