Un mondo caotico, frenetico, scandito da ritmi e tempi oramai “moderni”, ma sul quale c’è una quantità di cose meravigliose e a volte invisibili, che le parole possono raccontare. Le parole, un miracolo che consente di scrivere di un mondo pieno di splendore, con le ombre comprese, ma pur sempre meraviglioso. Un mondo danzante, fatto di colori, sapori, suoni e luoghi, crogiolo di sensazioni, emozioni, visioni che emergono e catapultano in un tempo lontano ma al tempo stesso vicino che il padre di “Indaco”, Gerardo Sinatore fa emergere nelle pagine del suo libro. Appassionante, coinvolgente, specchio di ognuno di noi, le righe di Indaco scorrono veloci e ci fanno capire il segreto delle parole, che come scrigni ci consegnano intatto un tesoro invisibile quanto meraviglioso, che agisce sempre, nel silenzio e a distanza, che si chiama amore. La prima parola che pensiamo quando viene al mondo una nuova vita, la prima che altri hanno pronunciato: Dio all’eternità, le coppie salde, i figli ai genitori. Un libro che nasce dall’amore e dalla radicata curiosità che l’autore possiede e rivolge alla Parola, quale forma primogenia di conoscenza. Dalle pagine arricchite di frammenti di vita, di colori che il mondo assume, di culture che si incontrano, di curiosità, di apertura che l’autore nel corso della sua vita ha avuto, emerge il potere poetico e conoscitivo quanto salvifico della Parola, che lo salva dal bisogno profondo di essere, di esistere, di fare ma anche di raccontare e quindi di condividere. “Indaco” per Aspera ad Astra, “attraverso le asperità si giunge alle stelle”, storica frase di Cicerone poi ripresa da Seneca e da Orazio, è un viaggio personale ed intimo dell’autore, che incontra il mondo nei suoi viaggi, nei suoi incontri con le nuove culture, ma nel suo raccontare ci si rispecchia, ci si ferma a pensare ai nostri pregiudizi, alle nostre idee, ai nostri viaggi fatti e a quella morale magari dimenticata. Ma è un viaggio anche di storia, di racconti filosofici, di pillole di saggezza di latinisti e filosofi di un tempo che incontrano l’esperienza di vita di un uomo che nella sua vita ha vissuto l’incontro difficoltoso con la figura paterna, ma fatti di ricordi che solo l’infanzia lascia, specie se si è cresciuti in paesi piccoli e fatti di valori autentici. Storie passate che raccontano di territori ricchi di storia e di segreti che alle nuove generazioni sfuggono, come il capitolo: “la magica seggia pavanesa e la forma”, oppure “santa chiara de li pagani”. Poi gli incontri di politica ma anche di arte: scrittori, artisti, amanti della terra del Sud. Amore, vita, dolore, sofferenza, ricordi, la ricerca della verità che sposa il sentimento religioso: compagno fedele di Sinatore e dell’intero libro, tempestato anche da crisi, scetticismo, questo è “Indaco” di Gerardo Sinatore, arricchito da fotoemozioni di Laura Giordano, perché le parole lasciano spazio anche all’immaginazione delle foto, che fanno viaggiare, sognare, capire, perché “forse, se ognuno si lasciasse sedurre dal proprio cuore, spirerebbe un vento nuovo” (Gerardo Sinatore, docet).
Chi è l’autore? Gerardo Sinatore, scrittore, saggista, autore teatrale, sceneggiatore, coprywriter, uomo passionale e tradizionale. Anima pura della festa dalla Madonna delle Galline di Pagani, quale è ottimo conoscitore. Ha una personalità creativa e travolgente che coinvolge i suoi lettori accompagnandoli in un viaggio interiore e culturale attraverso le più belle forme d’arte che “formano l’unità dell’universo”, come lui stesso afferma.
Libro: Indaco, Per Aspera ad Astra.
Briciole letterarie, di Storia, Mitologia, Filosofia, Teologia, Teosofia, Politica ed Arte.