Caterina

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La bellezza della vita. Il sorriso giovane e innocente. L’ebrezza del tempo migliore. La vita di Caterina Socci, giovane studentessa ad un passo dalla tesi di laurea. La sua vita si ferma nel settembre del 2009, per un inespiegabile arresto cardiaco, che la porta in coma.

Tutto sembra perduto, resta solo la fede, il grido di preghiera che coinvolge come un mare le persone. E miracolosamente Caterina si risveglia dal coma. Ma la gioia che riempie i cuori e il sorriso di Caterina, per questo miracolo, viene messa alla prova dall’enormità di problemi che la ragazza si ritroverà ad affrontare. Prima su tutte la riabilitazione.

Caterina spende tutta l’energia che ha e intraprende il suo cammino verso la vita supportata dalla fede. Un cammino duro che travolgerà anche il padre, Antonio Socci, giornalista e scrittore, che scopre la bellezza di un mondo sconosciuto, eroico e affascinante, fatto perlopiù da giovani che non mollano, tenaci come non mai, tanto che l’autore parla della “meglio gioventù”.

Il dramma della giovane donna è raccontato da un uomo, un giornalista, uno scrittore, un padre, il suo. Antonio Socci, nel suo libro “Caterina.Diario di un padre nella tempesta”, descrive le tappe della tragedia che ha colpito sua figlia Caterina. Dalla sera dell’incidente alle prime faticosissime parole.
Caterina, nella sua agenda, al giorno 24 settembre, aveva scritto “LAUREA”, a caratteri cubitali con disegni festosi attorno. Dopo anni di studio, di sacrificio, il suo bel traguardo. Meritato. Poi l’inespiegabile arresto cardiaco che ferma la vita di Caterina e quella della sua famiglia.

Il cuore di Caterina si ferma, si irrigidisce. Poi il risveglio, quando le speranze erano vane per un cuore che si era fermato per troppo tempo. Un cuore che riprende a battere. Ne scaturisce una lunga lettera in cui Antonio Socci, cristiano controcorrente, scrive alla figlia per accompagnare la rinascita, ma anche per raccontare il miracolo che una giovinezza piena di fede può compiere.

“Abbiamo bisogno di uomini e donne indomiti” scrive Socci “che ci mostrano che non si deve aver paura del cammino della vita, delle sue fatiche e delle sue prove. Perché è questo brevissimo cammino che ci fa guadagnare la felicità per sempre.”

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