Addio al genitore collocatario nell’affido condiviso, parola del Tribunale di Salerno

img_0217Affido condiviso ma senza genitore collocatario prevalente, parola del Tribunale di Salerno, che mette mano alla risoluzione delle controversie sui figli al momento della separazione, applicando, dopo Brindisi, le nuove linee guida in nome della bigenitorialità. In pratica, salvo situazioni particolari, come impegni lavorativi o allattamento, scompare la collazione prevalente, utile per stabilità logistica, optando per la continuità e stabilità degli affetti coinvolgendo entrambi i genitori nella quotidianità dei figli attraverso l’assegnazione ad entrambi dei compiti di cura comprensivi anche della parte economica. Quindi mantenimento diretto per i capitoli di spesa e assegno solo in via subordinata, con funzione perequativa. Non una fiscale pariteticità di tempi, ma pari opportunità per i figli di rapportarsi con ciascun genitore per ogni loro esigenza. Genitori che saranno in una posizione di pari dignità e pari responsabilità, presenti nella vita dei figli intercambiabilmente, in una sorta di equilibrio dinamico. I compiti di cura scattano per entrambi genitori, in modo che possano entrambi partecipare alla vita quotidiana dei figli. Quanto alla casa, se i tempi sono equivalenti si decide secondo la legge ordinaria e se non lo sono, si guarda prima alla soluzione più idonea per i figli e poi avviene l’assegnazione. Una vera inversione di marcia rispetto alle prassi prevalenti. Eppure si è trattato solo di applicare una legge esistente, perché l’affido condiviso è legge applicata solo nel nome ma ignorata nella sostanza, tanto che in Senato dallo scorso febbraio è ripresa la discussione sulla riscrittura delle norme sull’affido condiviso per applicare pienamente il diritto dei figli minori a ricevere pariteticamente cura, educazione e istruzione da entrambi i genitori. Ma oggi arrivano nuove linee guida che da Brindisi sono approdate a Salerno, il primo Tribunale che ha seguito le tracce del foro pugliese, anche perché il capoluogo campano è stato in passato culla dell’affidamento condiviso. Così il tribunale di Salerno ha voluto aprire un nuovo corso applicativo della legge 54/2006 sull’affido condiviso dei figli separati, sancendo un maggior coinvolgimento del padre, il genitore oggi tipicamente non collocatario, ad aspetti della vita quotidiana, ciò significa per le madri la possibilità di godere di pari opportunità anche nel mondo del lavoro e nella propria vita privata. Ma d’altra parte significherà per i figli non veder sbiadire la figura di uno dei genitori per effetto di una separazione che coinvolge solo il ruolo di coppia e non quello di genitori. Nelle nuove linee guida non dimenticano la mediazione familiare, la cui pratica viene ricordata e raccomandata. Dopo 11 lunghi anni, viene applicata la legge dello Stato, un atto dovuto. Una vera rivoluzione. L’auspicio è che l’esempio sia un effetto domino per altri tribunali italiani e soprattutto questo primo passo sia uno scossone per il Parlamento affinché si senta sollecitato a provvedere senza indugio. Le linee guida hanno in allegato anche un modulo di istruzioni d’uso redatto in collaborazione con l’associazione “crescere insieme”, che nasce secondo il prof Marino Maglietta, presidente nazionale dell’associazione, con lo scopo di condividere il testo con altri fori, ma soprattutto adottandole su base nazionale la riforma della legge 54 del 2006, tanto chiacchierata, non potrebbe più essere rimandata secondo il professore e il Ministero della Giustizia si sentirebbe obbligato a tenerne conto e a darne diffusione.

Sembra proprio che però un primo passo sia stato compiuto affinché venga pienamente applicato il diritto alla bigenitorialità, ci arriverà anche lo Stato italiano?

(Articolo pubblicato su ildenaro.it)

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