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L’opinione. L’umanità persa che ritroviamo nei gesti degli ultimi giorni

6834932-strumenti-moderni-giornalista-computer-portatile-bianco-taccuino-e-una-penna-profondit-di-campo-messIl salvataggio eroico ed umano dei tre fratellini di Ischia. Il gesto solidale e rassicurante di un poliziotto che tende la sua mano rassicurante ad una donna impaurita, spaventata, disorientata. Sono i gesti e le immagini di una settimana ricca di eventi e di emozioni che hanno investito l’Italia ed ognuno di noi. Gesti immortalati e ripresi poi dai media, rimpalzati sui social. Gesti fatti da uomini e per di più in divisa: vigili del fuoco che nel silenzio di stipendi sottopagati, di turni massacranti, in perenne lotta con la mancanza di mezzi e strumenti, come anche di personale, hanno mostrato come si è eroi quotidiani sotto gli occhi di quanti fanno finta di non vedere. Poliziotti chiamati al dovere ma pur sempre essere umani, pur sempre sensibili, nonostante la divisa, le difficoltà, le cariche e le sommosse a cui sono chiamati a reagire. Uomini che hanno mostrato il loro lato debole e sincero, eppure spesso pensiamo che gli uomini non lo possiedono. Uomini che ci hanno mostrato il lato fresco, pulito dei gesti e della personalità, che esula da dovere, dallo stipendio, dalla divisa, ma entra nell’intimo di ognuno di noi. Gesti semplici, che dovrebbero essere ordinaria quotidianità ma che rappresentano l’eccezione perchè abbiamo perso il senso dell’altro, il buonismo che dovrebbe esserci in ognuno di noi, l’umanità che ci lega al fratello che sia diverso o meno. L’umanità che ci porta a tendere una mano all’altro. L’umanità che si contrappone al dovere, all’egoismo, al “dio denaro”, al potere, alla politica. L’umanità che ci fa essere persone e non numeri, cose, ma persone con un corpo, un cuore ed un’anima.
Siamo umani.

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“Mamma non parlare male di papà”, sentenza storica dal Tribunale di Roma

img_0217Contesi, usati come “arma di ricatto”, costretti a subire insulti, frecciatine che un genitore inferocito rivolge all’altro. Spesso sono i minori le vere vittime delle separazioni, e sono loro i primi che dovrebbero essere tutelati e difesi. La conferma arriva dal Tribunale civile di Roma con una sentenza che ha condannato a 30 mila euro di multa una mamma che parlava male al figlio dell’ex coniuge, padre del piccolo. Per i giudici non ci sono dubbi o giustificazioni: il coniuge separato, in presenza di figli, è prima di ogni cosa genitore e deve salvaguardare la serenità e il diritto alla bigenitorialità del proprio figlio. E’ diritto-dovere di tutelare il rapporto con i figli e di intervenire nella loro educazione, anche in caso di separazione o divorzio. Per la prima volta, con la sua sentenza il Tribunale ascolta quelle imprecazioni silenziose dei bambini che magari sottovoce sussurrano alla mamma inferocita contro l’ex: “mamma non parlare male di papà”. Oggi è sentenza. Se parli male di suo padre a tuo figlio pagherai una multa pari a trentamila euro, un anno abbondante di stipendio medio, e se non cambierai registro ti verrà revocato l’affido.

Nel caso specifico, il Tribunale civile di Roma, ha accertato che il genitore in questione – la madre che aveva l’affidamento del minore – non ha cercato di riavvicinare il figlio al padre “risanandone il rapporto nella direzione di un sano e doveroso recupero necessario per la crescita equilibrata del minore, ma al contrario ha continuato a palesare la sua disapprovazione in termini screditanti nei confronti del marito”.

Una condotta scorretta e da condannare. Compito della madre, si legge nella sentenza, è quello di lavorare al fine di consentire il giusto recupero del ruolo paterno da parte del figlio, soprattutto nella sua posizione di genitore collocatario, quello con cui il bambino vive quotidianamente.

Una sentenza storica, 18799/2016, che punisce un comportamento del genere con una sanzione consistente ma soprattutto riporta ad un tema centrale: i figli appartengono ad entrambi i genitori, che hanno eguali diritti e doveri. Diritto dei figli, dovere dei genitori, tutelato anche dall’Unione Europea. Un precedente che farà strada e creerà giurisprudenza.

 

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