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E se sulla giustifica per la scuola qualche volta scrivessimo “tempo libero”?

Hanno gli occhi pieni di vita, l’innocenza sana, l’energia instancabile, il potere dell’immaginazione, hanno gli anni più belli e più dolci, i bambini, che in tempo di pandemia hanno dimostrato tolleranza e comprensione, spirito di adattabilità, potere della fantasia, insegnandoci che è possibile crederci. Una lezione di vita che mai ci saremmo immaginati da bambini e adolescenti, quelli che abbiamo sempre pensato essere una generazione lontano dai valori sani. Quei bambini che vivono giornate frenetiche ed intense, al pari di un adulto, con la differenza che non hanno il corpo e la mente di un adulto. Le loro giornate sono scandite dalla scuola, dalle attività extra scolastiche, in ritmi serrati e in orari da incastrare, poi ci sono i compiti da fare anche dopo il tempo pieno a scuola e dopo le innumerevoli attività, vivono come in una centrifuga che corre veloce a cui devono stare al passo anche primeggiando, mostrando il loro essere eccellenti, perché spesso i genitori non riescono ad accettare il fallimento in un’attività del proprio figlio. Una gara tra genitori di come il proprio bambino sia migliore in tutto, unico, senza ascoltare i desideri e le passioni dei più piccoli, senza lasciargli il tempo di sperimentare la frustrazione, il fallimento, la scelta di cambiare sport, la scelta di fermarsi in un ritmo troppo accelerato. I bambini non conoscono più la noia, il pensare a cosa fare o come giocare, è tutto già scandito in un fitto calendario e in un’agenda di impegni. Nel mio lavoro di assistente sociale, spesso incontro genitori che mi dicono che è difficile che io possa incontrare i loro figli, elencandomi i giorni e gli orari del calcetto, della scuola di danza, del doposcuola, delle verifiche intermedie a cui non possono mancare, come se un giorno di assenza dalle innumerevoli attività significasse perdersi qualcosa di importante. La dinamica si ripete anche tra genitori separati, quando l’altro genitore ha il diritto di visita è uno slalom tra gli impegni del figlio, una rincorsa a dieci minuti del suo tempo, guai a saltare un giorno di scuola o un’attività per stare con il proprio genitore. E se sulla giustifica per la scuola il genitore scrivesse per una volta “non ha potuto fare i compiti perché ha goduto del tempo libero?” E se un bambino qualche volta saltasse uno dei suoi tanti impegni extra scolastici per non fare nulla? Spesso noi adulti gestiamo il tempo libero dei bambini con una frenesia generalizzata, privandoli di una dimensione cruciale per la loro crescita: il gioco e il tempo libero. E’ solo crescendo e avendo tempo libero che potranno riflettere e chiedersi “cosa mi piacerebbe fare?”, domanda così importante per l’autonomia e per la felicità. E’ rispondendo a questa domanda che andranno in contro alla loro vocazione, elemento fondamentale stando anche ad alcune ricerche per il successo nella vita. “Dovremmo erigere altari al tempo e al gioco libero, nel mentre ci attrezziamo teniamone sempre conto e cominciamo a parlarne diffusamente.” Per usare le parole di Francesco Tonucci, pedagogista.

(Articolo pubblicato sul mio blog Pagine Sociali per ildenaro.it)

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Meno compiti per le vacanze, parola di ministero. Perché il ministro ha ragione?

untitled“Meno compiti, più vita”, lo ha annunciato nei giorni scorsi il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che ha invitato gli insegnanti a lasciare più libertà agli studenti, durante le festività natalizie, per fare movimento, divertirsi e stare coi parenti. Un appello al corpo docenti, che si concretizzerà in una circolare, il cui contenuto sarà: meno compiti per le vacanze di Natale. Una decisione che ha già fatto discutere, contestata in primis da alcuni insegnanti, ancorati da una visione classica della scuola: compiti per tenere in allenamento la mente e per non perdere il filo conduttore dei programmi già realizzati a metà anno, sulla stessa linea anche alcuni genitori, spaventati dal troppo tempo libero che avrebbero i loro figli, impauriti di vederli impoltronire dinanzi ai social o ai videogiochi. Ovviamente c’è bisogno della giusta ratio da parte degli insegnanti e dei genitori. I ragazzi di oggi intrappolati nella tela dei colori del web, dei giochi online, delle conversazioni in chat, hanno bisogno di creatività e semplicità, di scoprire il mondo e le sue bellezze: una passeggiata coi genitori on the road, senza meta, perché la bellezza sta proprio nelle piccole cose, che apparentemente possono sembrare insignificanti e vuote, ma che regalano tempo, attenzioni, relax e sana noia. C’è bisogno di riscoprire da adulti ed educatori quale siamo la semplicità, il tempo vuoto che non è già riempito dal lavoro, dalle scadenze, solo così di riflesso potremmo insegnare ai ragazzi che c’è un tempo “da riempire” con attività, idee, iniziative e non solo con compiti ed esercizi. Tempo per passioni, per la lettura e per la musica: passioni da vivere e da riscoprire. Senza dubbio, la parte più importante dell’apprendimento avviene a scuola. Fuori, gli alunni possono sviluppare la loro cultura leggendo, esplorando il mondo che li circonda, maturando come cittadini che usano il sapere appreso tra i banchi di scuola: se in classe imparano a leggere, fuori possono scegliere un libro; se imparano la storia dell’arte è giusto che dopo la scoprano in un museo. Insomma, crescono come cittadini. I motivi per ridurre o non assegnare compiti per le vacanze natalizie sono molteplici, anzitutto, va sfatato il mito che i ragazzi dimentichino quanto appreso in questi mesi: le festività natalizie, rapportate a quelle estive, sono più brevi. Difficile pensare che in poco più di due settimane i ragazzi perdano l’allenamento mentale e l’abitudine allo studio. Anzi, hanno la possibilità di riposare la mente ed il corpo, utile ad aiutare i ragazzi ad affrontare la seconda parte dell’anno. La stanchezza mentale e la pressione scolastica a cui sono sottoposti i ragazzi durante l’anno non va tralasciata ma considerata. Spesso, accade che gli studenti sono stanchi, hanno poche energie mentali e sforzarli o costringerli a dare il meglio non potrà che avere effetti negativi. Spesso ho incontrato ragazzini che dopo il tempo pieno a scuola vorrebbero giocare, curiosare, vivere ma non appena tornati a casa sono costretti ai compiti e faticano non poco per trovare la concentrazione e le energie giuste. Perché allora caricarli durante il periodo più leggero e dolce dell’anno, il Natale, di compiti? Molti, pensano che le vacanze siano il momento più adatto per recuperare argomenti e nozioni arretrate, ma è davvero così? Forse, rischiamo di avere un effetto domino: un rifiuto ed una chiusura. E’ a scuola che si apprende, si interagisce con i compagni e gli insegnanti, non è a casa o in vacanza che può nascere interesse per lo studio o domande a cui trovare una risposta. Le ferie natalizie sono per antonomasia il periodo in cui la famiglia cerca di riunirsi, ve lo dice una che da sempre attende su una stazione il treno che arrivi con su il proprio fratello, l’aereo che porti gli zii, insomma, diciamocelo che se c’è un posto che in questo periodo rispecchia il ritrovo delle famiglie sono le stazioni e gli aeroporti. Forse, il Natale, è l’unica occasione per ritrovarsi. Lasciare ai ragazzi il tempo di vivere appieno questo momento, di riscoprire la propria famiglia, è il miglior regalo di Natale che gli si possa fare. Perché c’è un valore che non deve mai tramontare ma essere tramandato ed è quello della famiglia, ma solo vivendola lo si può insegnare.  Quindi, vi starete chiedendo, niente compiti per le vacanze di Natale? Sì, e gli insegnanti potrebbero invece stendere una lista di suggerimenti per i genitori, indicando le mostre più interessanti, i film da proporre, le esperienze da poter condividere coi loro figli. Potrebbero suggerire alle mamme e ai papà, che spesso non sanno quali attività formative proporre ai figli, a cogliere le suggestioni. Insomma, una via di mezzo che unisca la cultura che si apprende sui banchi di scuola durante l’anno, le vacanze di Natale e la famiglia, sembra proprio esserci, basta solo intraprenderla e magari sarà una piacevole scoperta per tutti.

(Articolo pubblicato in Pagine Sociali il mio blog per ildenaro.it)

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