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E se fosse davvero Natale?

Un Natale anomalo. Unico. Distanziato. Limitato negli spostamenti. Il colore rosso, simbolo di festa colora le regioni e impone un lockdown in tempo di festa. Le città vivono il Natale con l’immaginazione e affidandosi al potere rievocativo di ognuno di noi. Le luminarie restano in strade vuote dal passaggio e dalla scambio d’auguri. Il Presepe è immaginario, come ad Assisi dove sull’intera facciata della Basilica Superiore di San Francesco viene proiettata la Natività di Gesù: statue a grandezza naturale e immagini video dell’affresco della navata inferiore della Basilica. Un Natale per molte famiglie senza ricongiungimenti, altre invece, fanno i conti con le ristrettezze economiche, che improvvisamente sono piombate in famiglie che oggi vivono l’incertezza del domani. Un Natale del silenzio, privo di abbracci o di incontri e cenoni. Nessuno lo avrebbe mai immaginato. Un mastodontico cambiamento. Perché nessuno è davvero mai preparato ai cambiamenti. E’ una delle grandi paure che accompagna l’essere umano: l’imprevedibile. In questo strano e sospeso anno abbiamo imparato il suono del silenzio: le città senza i rumori di sottofondo, il silenzio che ci spingeva a riflettere e capire, il silenzio della paura e dell’incertezza del domani, il silenzio delle saracinesche abbassate, il silenzio di uffici vuoti e spenti, dei ristoranti e bar chiusi, degli stadi vuoti. Oggi ci viene chiesto di mantenere in silenzio un momento che solitamente è accompagnato da musica, fantasia, immaginazione e magia, nonché chiasso: Natale e Capodanno. Questo sarà il Natale del cambiamento. Del ricordo freddo e distaccato. Il Natale del silenzio. Il Natale in cui tante famiglie accuseranno il vuoto e la mancanza. Anche questo è un valore. E se invece cogliessimo questo momento sospeso questo “strano Natale” come occasione, l’ennesima che questo anno doloroso ci sta ponendo? Per riflettere sulle mancanze e sul loro valore, sul senso delle cose e delle persone, sul tempo e lo spazio che avevamo e che non abbiamo più, sulla Vita che seppur un fantastico viaggio è imprevedibile e lo ha dimostrato. Su quanto le nostre vite fossero frenetiche, piene, incasinate, e povere: avevamo smesso di vedere la bellezza delle persone, dei luoghi, del tempo, della noia, delle possibilità che avevamo. Certo, questo Natale così ridimensionato e diverso è un imprevisto. E’ risaputo che gli imprevisti facciano molta paura. Abbiamo spesso l’illusione di avere la “cassetta degli attrezzi” con gli strumenti giusti per controllare il nostro destino; se possiamo controllare il nostro destino possiamo mettere in atto delle scelte. I cambiamenti radicali sono le scelte più difficili da compiere, tanto difficile che a volte rimandiamo la stessa scelta. E a volte la vita sceglie per noi. E siamo costretti ad adeguarci o a subire. Tutti noi con diversi gradi di difficoltà e adattamento, oggi siamo chiamati ad adeguare le nostre abitudini, anche il nostro modo di vivere le festività. La vera sfida sta nel cogliere il cambiamento, perché forse un cambiamento radicale è proprio quello di cui abbiamo bisogno per ristabilire il peso dei sentimenti e dell’animo umano. Anche attraverso il silenzio che dominerà le festività. E questo 2020 lo ricorderemo come di delimitazioni, sicurezza, misure estreme, cambiamenti e modifiche. Ma nulla ci vieta di riflettere e cambiare qualcosa di noi e del nostro essere, sognando e sperando che il 2021 ci regali umanità e serenità, e perché no cambiamento personale.

Buon Natale e buon anno ai lettori di Pagine Sociali de il denaro.

(Articolo pubblicato sul mio blog Pagine Sociali per ildenaro.it)

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Natale 2018 è “sospeso”: il dono delivery è solidale e social

untitled“Ritornerà Dicembre con il freddo e i temporali e tu sarai già pronta con la lista dei regali… confondono i ricordi i regali di natale” in sottofondo le parole e la musica di Venditti nei suoi “regali di Natale”. Sembra proprio che nel Natale targato 2018 tra un regalo e l’altro ci sia posto per aprire il cuore agli altri, donando con spirito di altruismo e solidarietà doni sospesi. Riannodando il filo storico del “caffè sospeso”, lasciare un caffè pagato per chi non può permetterselo, usanza nata tra i cuori generosi dei vicoli di Napoli e divenuta oramai pratica solidale in molti Paesi del mondo. La crisi ha fatto il resto e la tazzina solidale è uscita dai confini partenopei per salire lungo tutto lo stivale arrivando fino a Pordenone e contagiando persino Lampedusa. La tazzulella attraversa le regioni e cambia volto diventando forno solidale a Roma, pane sospeso a Torino. Diventando “piatto sospeso” un food delivery solidale e social, con “just eat” la famosa app di cibo a domicilio, fino a pochi giorni prima di Natale, sarà possibile aggiungere al proprio ordine un pasto da donare, moltiplicando la donazione grazie ai propri follower su Instagram. Accedendo all’app, si può selezionare dal menù del ristorante solidale aderente un piatto speciale dal valore di 3 o 5 euro, che viene regalato e consegnato, grazie a “PonyZero”, a comunità, case di accoglienza e persone senza dimora ospitate in centri e luoghi dedicati, nella sera del 20 Dicembre, Giornata Internazionale della Solidarietà Umana, e in successive cene solidali organizzate in molte città d’Italia. Ordinando un “piatto sospeso” si potrà moltiplicare la solidarietà scattando una foto della propria cena a domicilio e condividendola su Instagram usando l’hastag #unpiattosospesoconjusteat e il tag alla pagina @justeat_it. In base al numero dei follower dell’utente, l’app moltiplica la donazione, insieme ai ristoranti solidali che partecipano all’iniziativa. La solidarietà ha mille volti, dal “piatto sospeso” si approda al “regalo sospeso” di Cava dei Tirreni, nel salernitano, dove sarà possibile acquistare e lasciare in sospeso a favore dei bambini e di nuclei familiari particolarmente svantaggiati o che versano in situazioni di disagio economico e sociale, un dono natalizio, che gli sarà poi consegnato. Le farmacie diventano solidali in cui saranno dispensati farmaci donati a migranti e persone bisognose. A prevederlo il progetto pilota “Farmacie di strada” lanciato qualche settimana fa in occasione dell’Assemblea pubblica 2018 di Assogenerici, per contrastare il diffondersi di patologie legate alla povertà o al mancato accesso alle cure. Le farmacie funzioneranno indipendentemente ma in stretta connessione con gli ambulatori di strada: saranno rifornite da Banco Farmaceutico che gestirà la raccolta e la distribuzione dei farmacisti volontari aderenti alla Federazione nazionale dei farmacisti distribuiranno i prodotti, secondo le prescrizioni mediche rilasciate dagli ambulatori solidali. Il progetto sembra promettere bene e sarà una sperimentazione per i prossimi dodici mesi dalla capitale romana. I regali di Natale fanno bene, senza dubbio, e perché non far del bene con i regali solidali, sostenendo piccoli e grandi progetti a fin di bene. Un dono che illumina gli occhi di chi lo riceve e dona felicità a chi lo fa. “Mantero per Dee di Vita” un turbante di seta e cashmare “Pink Butterflies” il cui ricavato delle vendite servirà per donare turbanti alle pazienti in cure oncologiche. Un bracciale “Cruciani” per sostenere “La lega del filo d’oro” , un bracciale in pizzo macramè resistente all’acqua  che unirà la solidarietà allo stile fashion. “Arsenale Accoglienza” comunità di famiglie, che dona ospitalità a minori, giovani adulti e nuclei famigliari fortemente. disagiati. Per aiutarli nella loro attività, potete regalare un pandoro o un panettone prodotti dal laboratorio della storica pasticceria torinese. Una speciale latta che racchiude la bontà del tradizionale dolce natalizio assieme al prezioso gesto di solidarietà. Un aiuto concreto a “Dottor Sorriso, Onlus che sostiene i piccoli pazienti ricoverati in ospedale, affinché non perdano la voglia di giocare e scherzare, affrontando il difficile periodo del ricovero con maggiore serenità. Insomma, i regali di Natale possono avere molti volti basta solo aprire il cuore e scegliere quello più adatto, infondo a Natale non siamo tutti più buoni e vogliamo regalare un sorriso?

(Articolo pubblicato sul mio blog Pagine Sociali per ildenaro.it)

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