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Coronavirus, elogio ma con cautela ai internet ai tempi della pandemia

untitled 2Ci ha divisi per anni, per poi riunirci. Elogio ad internet ai tempi del coronavirus. Ci voleva una pandemia per farci riscoprire l’entusiasmo verso la rete e la società connessa. Sembra proprio che sia tornata alla ribalta la rivoluzione buona delle “three double w” . Negli ultimi anni non sono mancate le ragioni per criticare gli effetti collaterali della rete sulla nostra società. Dipendenza smoderata da smartphone e social network, violazione della privacy, manipolazione dell’opinione pubblica, molestie e quant’altro ne ha prodotte negli anni la rete, finendo per dare per scontato gli aspetti positivi, almeno fino agli inizi del nuovo anno, quando è giunto il coronavirus ad insegnarci che esiste un altro lato di internet. Niente cinema, aperitivi, week end fuori porta. Niente vita sociale. Il covid19 ci ha imposto di ritornare a vivere pienamente la nostra casa, ritrovando molto tempo libero, riscoprendo anche l’enorme ruolo che gioca la rete nelle nostre vite. Riscoprendo quanto possa giovare alla nostra coesione e farci sentire più vicini pur trovandoci a causa di questa pandemia l’uno distanti dall’altro. La rivoluzione digitale è approdata nel lavoro, assistendo a quello che è stato definito “il più grande esperimento di smart working” di tutti i tempi. C’è anche un altro aspetto da considerare, se possibile ancor più sorprendente: raduni digitale con gli amici su Skype. Nella città della moda e dell’economia, Milano, hanno dato vita da un “apericall” o “aperiskype”. Insomma si esce con gli amici ma su Skype. Niente di diverso da una normale conference call, questa volta però è tra amici per tenersi compagnia. Ai tempi del coronavirus, la rete ci fa sperimentare anche una “bulimia culturale” . Senza internet, una situazione di questo tipo ci avrebbe dato come alternative i libri, la televisione e la radio. Situazioni che non garantiscono molta evasione, specie la tv, dove il ricorso è allo zapping televisivo per trovare qualcosa che faccia evadere. Ma c’è internet che ci consente di viaggiare e visitare virtualmente dei musei, ma anche di poter apprezzare ed approfittare di lodevoli iniziative di condivisioni gratuita messe in campo da diverse case editrici. Ma si può anche approfittare di concerti online trasmessi in diretta social da molti artisti, dj set, sino a condividere playlist su Spotify.

Di contro internet, in questi giorni così paradossali ci ha regalato anche cure impossibili, notizie non confermate, complotti e fake news, nascondendo insidie e pericoli anche in questi giorni di sovraccarico di utenti naviganti in rete, che è bene conoscere, così ho pensato di parlarne con un esperto informatico, il dottor Giuseppe Magnete, laureato in scienze informatiche, attualmente informatico per la pubblica amministrazione.

  1. Quanto realmente stiamo conoscendo a livello più tecnico il panorama informatico in questo tempo?

L’Italia fondamentalmente è un paese analogico. Tra i tanti condizionamenti imposti dal Coronavirus vi è una forzata transizione al digitale. Mi spiego, fino a poche settimane fa lo smart working, la didattica a distanza, etc.. erano applicati raramente, sia per deficit culturali che infrastrutturali. Ad esempio nella PA il limite all’utilizzo dello smart working è la mancata digitalizzazione, che possiamo riassumere così: il 90 % dei procedimenti vengono conservati in maniera cartacea. Ora è improbabile accedere da remoto ad un procedimento conservato in un faldone.

Per quanto riguarda invece i social media, in Italia negli ultimi anni hanno avuto una diffusione abnorme. E questo non sempre è un bene, in questo periodo i social stanno amplificando il disagio psicologico di molte persone (fake news, catastrofismi, false cure, etc). La speranza è che finita questa emergenza, perché finirà, il Paese intraprenda un percorso strutturale verso la digitalizzazione.

 

  1. La rete, si sa, è insidiosa. In rete si segnala la presenza di alcuni malware diffusi via e-mail attraverso campagne massive di spam. Anzitutto, possiamo spiegare i termini malware e spam?

Il Malware o virus informatico è un software malevole che dopo essersi introdotto nel PC (tramite penna USB, Internet, email, etc) si diffonde talvolta bloccando o limitando il funzionamento del PC.

Per spam si intende posta elettronica indesiderata. Le email di spam di solito contengono pubblicità oppure finte richieste da parte della banca o di amici.  Si stima che oltre il 50% di tutte le email inviate nel mondo siano Spam.

 

  1. Come possiamo difenderci dagli attacchi telematici?

Aprire un’e-mail o un sito web è come aprire la porta di casa, quindi dovremmo usare le stesse precauzioni prima di aprirli. Per quanto riguarda le email è necessario controllare l’indirizzo del mittente e non solo il nome visualizzato. Inoltre bisogna sapere che nessuna banca o altra impresa chiede le credenziali tramite email o call-center, quindi mai inserire le credenziali se vengono richieste tramite email o sms. Fortunatamente adesso tutti gli istituti di credito utilizzano un codice tramite sms o app sullo smartphone per l’accesso all’Home Banking, rendendo inefficaci il furto delle credenziali. Il consiglio è di non aprire email sospette, non visitare siti non affidabili usare password complesse, non usare le stesse password per più servizi ed avere un antivirus sempre aggiornato.

  1. Chi trae vantaggio da questa infestazione telematica?

Nell’immaginario collettivo la figura dell’Hacker corrisponde al genio dell’informatica che trascorre notti davanti al PC (consiglio la storia di Kevin Mitnik per chi vuole approfondire). Non è più così, oggi la maggior parte degli attacchi avviene tramite dei software automatici che effettuano invii di malware o spam su larghissima scala.

Il vantaggio che se ne ricava è di tipo economico e consiste nelle rivendita dei dati personali rubati agli utenti (talvolta anche credenziali o carte di credito). Negli ultimi anni si sono diffusi anche dei malware che rendono illeggibili i file del PC, salvo poi ricevere una richiesta di pagamento per poter riavere questi file.

 

  1. Infine, quali sono i suoi consigli per utilizzare in questo momento storico caratterizzato da una pandemia mondiale, internet in modo utile e saggio?

Internet è uno strumento e come tale va usato con intelligenza e cautela. Ad esempio, non basta una ricerca su internet per sentirsi medico e auto-diagnosticarsi questa o quella malattia. Internet può contribuire a migliorare le conoscenze e la coscienza critica degli individui, ma bisogna selezionare fonti affidabili (l’ho letto su facebook non è una fonte) e approfondire sempre.  Il mio consiglio è di sfruttare queste settimane per investire su stessi magari seguendo dei corsi online di approfondimento nel proprio settore e per esplorare nuove passioni. Molti portali hanno messo a disposizione gratis o quasi un’enorme quantità di contenuti culturali.

Si spera di tornare quanto prima alle nostre vite in carne ed ossa, magari apprezzandole di più. Al di là di tutto, internet si è rivelato un alleato di questa pandemia, che ci ha concesso in questi giorni surreali e difficili di vivere una specie di surrogato digitale della nostra vita normale.

(Articolo pubblicato sul mio blog Pagine Sociali per ildenaro.it) -ringraziamento all’amico ed informatico Giuseppe Magnete

 

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Gaming disorder, adolescenti in dipendenza da Internet e videogiochi. Quando staccare la spina?

untitled 2La sfida al videogame diventa insistente, la smania di giocare prende il sopravvento su altri interessi e sulle attività quotidiane, l’attività ludica diventa persistente, una priorità su tutto il resto. E così la sfida a videogame diventa di troppo. Un problema crescente e che coinvolge molti adolescenti per cui l’Organizzazione mondiale della sanità ha coniato il termine “gamingdisorder” e ha inserito la dipendenza da videogames nell’aggiornamento dell’International Classification of Diseases (ICD), l’elenco ufficiale delle malattie. Ma non generalizziamo o demoralizziamo, certo è che come recita un noto proverbio “il troppo storpia”. Questo non significa che chiunque giochi svilupperà dipendenza: il disturbo come fa notare l’Oms, interessa solo una piccola parte degli appassionati di videogiochi, seppur non và sottovaluto il fatto che giocare senza freni possa portare alla dipendenza patologica, che spesso rappresenta il lato oscuro del piacere. Così alla lunga il piacere di una vittoria rischia di trasformarsi in ossessione tanto da perderne il controllo, sino a non riuscire a staccare la spina o il wifi. Occhio al tempo di connessione. Secondo uno studio condotto su un campione di adolescenti è emerso che l’8% di loro trascorre in rete più di sei ore al giorno e oltre il 22% degli studenti interpellati presenta un rapporto disfunzionale con il web. Insomma, per oltre un adolescente su cinque l’uso di Internet rischia di rivelarsi problematico. Interviste e test specifici condotti su molti adolescenti dimostrano l’impatto dell’uso di Internet sulla quotidianità: scuola, rapporti con i familiari, relazioni interpersonali, durata e qualità del sonno. Ma anche una sensazione di disagio che i giovani provano quando non possono accedere al web come e quando vorrebbero, in alcuni di loro scatta una vera e propria aggressività. Segnali di una dipendenza che genera ripercussioni significative sul benessere psicofisico. Secondo gli esperti, tra i giovani italiani, si è abbassata l’età del primo contatto con le sostanze d’abuso, di comportamenti quali il bine drinking e la drunkoressia, il sottoporsi cioè a restrizione alimentare prima di consumare alcoli, sia per limitare l’introito calorico ed evitare di prendere peso, sia per potenziale gli effetti euforizzanti e disinibenti dell’alcol, nonché dell’uso problematico di Internet e del gioco prevalentemente online. L’adolescenza, fase critica dello sviluppo, è anche un’età caratterizzata anche da una fragilità neurobiologica che può favorire una maggiore propensione al rischio e una maggiore vulnerabilità nei confronti delle dipendenze. L’adolescente è più vulnerabile allo sviluppo di alcuni disturbi da dipendenza perché il suo cervello è in fase di trasformazione – ci sono cioè circuiti che si devono ancora pienamente modellare e strutturare – e la non completa maturazione di alcune vie nervose – come per esempio le zone frontali che sono fondamentali per l’attenzione, il giudizio, la decisione, il controllo degli impulsi immediati; lo inducono a correre rischi maggiori e ad avere meno il controllo della situazione.La tendenza ad agire rapidamente e impulsivamente è uno dei fattori che alimenta la vulnerabilità degli adolescenti e in loro comportamenti ripetitivi e disfunzionali, anche se è possibile ipotizzare che le dipendenze comportamentali siano espressione di una fragilità psicopatologica soggiacente, piuttosto che sintomi di eccessivo coinvolgimento in attività disadattive di per sé. Attenzione ai campanelli d’allarme al tempo di connessione, il tempo trascorso in rete sui dispositivi vari per affrontare l’ennesima sfida; altro segnale d’allarme è dato dallo sviluppo di comportamenti insoliti, come maggiore irritabilità, discontrollo degli impulsi, peggioramento del rendimento scolastico; infine, attenzione anche all’isolamento e all’apatia: possono essere indicativi di un uso disfunzionale della rete e di un abuso dei videogiochi, che diventano l’unica attività degna di nota per la quale vengono trascurate le altre attività fondamentali per una crescita sana, le relazioni amicali, la scuola e lo sport. I consigli per un genitore sono anzitutto una maggiore presenza, cercando di prestare attenzione, manifestando interesse per quelle che sono le attività quotidiane, le relazioni ed il rendimento scolastico. Ma non solo osservatori passivi, è importante il dialogo ed il confronto con l’adolescente, mettendolo in guardia dai rischi che si annidano nell’uso smoderato dei videogiochi. Fondamentale porre delle regole chiare: non serve a nulla proibire, alimenterà ancor di più la sua voglia di gioco, piuttosto è bene fornirgli dei limiti giornalieri o settimanali, coinvolgendoli in attività alternative e di svago nelle restanti ore. Il gioco è giusto ed accettabile nel tempo libero ma nelle giuste dosi, non deve impegnare l’intera giornata. Ovviamente, di fronte ad un uso incontrollato ed ingestibile anche da parte dello stesso adolescente è bene rivolgersi ad un medico per essere indirizzati ad un centro specializzato per il trattamento delle dipendenze, per avviare un percorso di sostegno per uscire dal ghetto della dipendenza.

(Articolo pubblicato sul mio blog “Pagine Sociali” per ildenaro.it)

 

 

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