In uno dei luoghi più suggestivi della Campania, Napoli, la città più grande d’Italia, nonché una delle più famose del Mediterraneo. Sede di un grande e prestigioso porto commerciale, conosciuta per le scogliere e le spiagge della riviera di Chiaia e Mergellina, per gli storici lidi di Posillipo, per la grande spiaggia di Coroglio- Bagnoli, Napoli, rilancia il salone Nauticsud. Dopo una sospensione durata quattro anni, la fiera storica dell’ente partenopeo riparte e con grande successo di pubblico: nel primo week end, oltre 14 mila persone hanno fatto tappa alla Mostra d’Oltremare di Napoli. La nautica si lascia alle spalle la tempesta ed il Nauticsud rilancia il settore. Dall’acquascooter agli yatch, passando per i nuovi gommoni ad alta tecnologia, sposando design ed eleganza.

C’è tutto il meglio della nautica italiana alla quarantaquattresima edizione del Nauticsud 2017, che alla Mostra d’Oltremare partenopea è pronta ad accogliere tra professionalità e brand di successo appassionati ed esperti del settore fino al 26 febbraio: 400 le imbarcazioni in esposizione in un’area di circa 300 mila metri quadrati, in cui c’è tutto l’indotto, dagli accessori agli arrendi, per un settore che certo non è di nicchia, perché i dati confermano una ripresa del comparto del circa 1,7% del Pil nazionale e registra circa 3 miliardi di euro di fatturato, di cui il 67% ottenuto sui mercati esteri. Cresce la cantieristica, migliora il mercato interno, tirano un sospiro di sollievo gli armatori: per la prima volta aumentano i contratti di leasing. Napoli, dunque, si conferma madrina del mare e della nautica, diventando capitale europea del settore nautico, trovando nello storico marchio della Mostra d’Oltremare la sua migliore vetrina. In pochi giorni di esposizione il Nauticsud ha riconquistato una dimensione nazionale di primo piano. Molte le novità in esposizione per l’edizione 2017. Il cantiere “Salpa” che presenta la doppia versione del 23 piedi fuoribordo ed entro bordo per il campeggio nautico, mentre, “Gagliotta” , presenta il gioiello di casa: la nuova linea Lobster, dal 35 ai 42 e 48 già in fase di realizzazione. Presente anche il brand “Fiart” con gli ultimi modelli di ritorno dalle fiere estere, mente, “Italiamarine” presenta in anteprima nazionale Sanremo24, presentato già a Parigi con grande successo. Per i gommonauti c’è la partecipazione in grande stile, di MV Marine, che presenta gommoni tecnologicamente innovatici, più veloci e con meno consumi. Al Nauticsud presenta una gamma evolutiva di battelli pneumatici: Mito 31, Vesevus 35 e Mito 45. Le unità pesano il 30% in meno della media, riducendo consumi ed emissioni a vantaggio del costo di esercizio e dell’ambiente. Sobrio ed elegante il design, i materiali impiegati sono di alta qualità, le carene sono apprezzate per la navigazione sempre morbida ed asciutta. Studio e sperimentazione in collaborazione con la facoltà di ingegneria navale dell’università Federico II di Napoli, hanno permesso in sintonia ai raid estremi, alla leggerezza dei manufatti, di garantire dei gommoni tra i migliori in termini di consumi. MV Marine si conferma anche per gli ottimi materiali, per la qualità costruttiva e per l’uso degli accessori utilizzati di risparmiare nel tempo sui costi di manutenzione. Caratteristiche che hanno permesso a MV Marine di conquistare il mercato europeo ed americano. Il Centro Nautico Marinelli esporrà in anteprima assoluta il nuovo modello di gommoni Luxury 5,80, Performance Mare i marchi Yamaha con tutta la gamma, tra cui i nuovi F100F e F25G Aquabat. Non manca l’indotto tra cui la “Soft Marine”, leader nelle tappezzerie, oggi leader del settore dei superyatch. Per gli amanti degli yatch c’è “Rio Yacht” che torna nella città di Napoli con i suoi tre gioielli Espera, Paranà e Colorado. Tornato nella fascia alta del mercato, Rio, si è specializzato nella produzione di barche di lunghezza compresa tra i 10 ed i 20 metri, creando scafi contemporanei, innovativi nel design e nei contenuti. Uno dei gioielli da sogno è “Colorado 44”, 14 metri, un soffitto scorrevole in cristallo, con una motorizzazione in linea d’asse con motori Cummins QSB 6.7 che permettono velocità brillanti e consumi moderati. Eccellenze, brand di successo, professionalità, competenza, ampia scelta tra barche, gommoni, yatch, il Nauticsud sposa la tecnologia moderna, nuovi sistemi per la gestione delle fonti energetiche di bordo, comprese quelle rinnovabili, con progetti che abbinano l’elettronica e la potenza. Insomma, una risalita del settore nautico che fa ben sperare per il futuro, con una sensazione di rinascita per la nautica.
Articolo pubblicato su “il denaro” versione in Pdf. 

Con la maggiore età, il figlio di una madre che ha voluto partorire in totale anonimato ha il diritto di andare a cercarla. Lo ha stabilito di recente la Corte di Cassazione. I giudici sono intervenuti su un argomento al quanto delicato, sulla quale si sta discutendo da quattro anni, da quando la Corte Costituzionale nel 2013, aveva dichiarato illegittime le norme che impediscono, per motivi di privacy di risalire ed interpellare la mamma biologica. E’ da allora che si aspetta l’intervento del legislatore. I lavori sono iniziati dopo che alla procura della Cassazione era arrivata una richiesta di chiarimento dell’Associazione dei magistrati per minorenni e la famiglia, il primo presidente Giovanni Canzio aveva chiesto un pronunciamento alle Sezioni Unite, vista la particolare rilevanza della questione. Prima della pronuncia della Cassazione, i tribunali avevano deciso in modi del tutto diversi, in molti tribunali era stata respinta la richiesta di interpello perché in attesa dell’intervento del legislatore per dare corso alla richiesta del figlio, che il giudice interpelli in via riservata la madre naturale facendole presente la sua volontà di non essere nominata. In tribunali come Trieste, Piemonte e Valle d’Aosta è stata concessa la possibilità di interpello riservato anche senza la legge in forza dei principi dettati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e per effetto della sentenza di illegittimità costituzionale de 2013. La sentenza di Cassazione sgombra il campo da tante ipotesi e scelte diverse, infatti, si legge che, nonostante “il legislatore non abbia ancora introdotto la disciplina procedimentale attuativa”, c’è “la possibilità per il giudice, su richiesta del figlio desideroso di conoscere le proprie origini e di accedere alla propria storia parentale, di interpellare la madre che abbia dichiarato alla nascita di non voler essere nominata, ai fini di una eventuale revoca di tale dichiarazione.” Stando i dati forniti nello scorso anno dal tribunale per i minori di Roma, su quindici istanze presentate prima della pronuncia della Cassazione, di figli che hanno chiesto alle madri di rimuovere l’anonimato, tredici donne hanno accettato e due hanno detto di no. Libertà di scelta. Il verdetto colma il vuoto normativo ma colma anche il desiderio di tanti bambini, oggi uomini e donne che nonostante una famiglia adottiva solida e amorevole, nonostante la loro età adulta ed il percorso di vita, sentono un vuoto che risale alle loro origini, un vuoto fatto di domande che cercano una risposta, un vuoto che vuole ricercare il volto di quella mamma che li ha messi al mondo. Una sentenza che fa gioire anche tante “mamme anonime”, che finalmente potranno far cadere quel velo segreto, felici di poter ritrovare i figli abbandonati, mentre, altre mamme decideranno di rimanere “mamme segrete”, preferendo il ricordo della nascita ed il dolore, nella maggior parte dei casi, dell’abbandono, facendo sì che molte buste, con i dati del dramma dell’abbandono, restino di nuovo blindate. Per sempre. Nei cassetti di un tribunale.
Poche righe: tre per l’esattezza nel comunicato stampa di resoconto della seduta venerdì mattina (27/01/2017) del Consiglio dei Ministri. Poche parole che sanciscono l’epilogo della lunga vicenda giudiziaria e dell’esperienza politica di Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di sciogliere per infiltrazioni mafiose il consiglio comunale di Scafati. Il provvedimento che da Roma approda nella cittadina salernitana è solo l’ennesimo che sancisce un’Italia sciolta per mafia. Un paese dai Comuni sciolti per collusione con la criminalità organizzata. Dal 1991 anno in cui fu approvata dal Parlamento italiano la legge 221, sono 258 i comuni sciolti per mafia, per una media di uno ogni mese. Da circa un quarto di secolo ogni mese un municipio viene commissariato per infiltrazioni della criminalità organizzata, è questa la fotografia dei comuni italiani dal 1991, anno in cui è stata introdotta la speciale legge che prevede il commissariamento per i comuni in cui viene accertata l’infiltrazione della criminalità. Spulciando l’elenco dei comuni sciolti per mafia, si passa dai piccoli municipi ai comuni come Reggio Calabria, che detiene il triste record. La legge sullo scioglimento delle amministrazioni “a rischio infiltrazioni mafiose” non ha fatto sconti, e dal 1991 al 2014, nella sola Calabria, tra giunte e consigli mandati a casa su richiesta delle prefetture calabresi sono state 79. La Calabria si pone al secondo posto tre le regioni italiane nella quale la legge è stata applicata, con una situazione leggermente migliore in Campania e leggermente peggiore della Sicilia. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Platì, comunità dell’entroterra della locride, dove nessuno vuole fare più il sindaco convinto che il comune sarebbe comunque sciolto per mafia a causa della nomea dovuta all’elevata densità mafiosa o delle parentele scomode. Di fatti, a Platì, tranne qualche piccola parentesi, dal 2003 non c’è un’amministrazione, a poco sono servite le elezioni della scorsa primavera. Nessuna lista si è presentata alla competizione elettorale. Con dati alla mano, si nota, come dall’entrata in vigore della legge sono oltre 4 mila gli scioglimenti “ordinari” , municipi che per vari motivi hanno interrotto la loro attività in via ordinaria, per dimissioni dei consiglieri, mozioni di sfiducia, o tutto ciò che prevede l’articolo 141 del testo unico sugli enti locali. Ma tornando alla legge, il risultato della sua applicazione è impressionante: 175 enti sciolti ogni anno, vale a dire un comune commissariato ogni due giorni. Ma nella lista dei comuni sciolti per infiltrazioni, la metà si trova nella sola Campania. Gli ultimi in ordine di tempo sono Boscoreale e Brusciano, per sospette infiltrazioni e condizionamenti della criminalità organizzata. Dal 1991 anno dopo anno, decreto dopo decreto, la Campania ha iniziato a collezionare il triste primato del maggior numero di amministrazioni colpite da questa nuova arma nella lotta alla criminalità organizzata. Dal 1991 circa la metà, 44,3% dei provvedimenti di scioglimento adottati in Italia, hanno interessato enti campani, cinquantanove in tutto, dodici dei quali nel corso degli anni sono stati sciolti ben due volte. Località essenzialmente concentrate sono tra la provincia di Napoli e Caserta. Quasi mezzo milione di abitanti, risiede nel territorio di comuni campani attualmente commissariati.
Erano lì coi loro genitori per qualche giorno di vacanza, guardavano la neve bianca candida e ai loro occhi era lo spettacolo della natura, il freddo era l’occasione imperdibile per vederne scendere più e più, morbida e avvolgente. Edoardo, Samuel e i fratellini Parete, Gianfilippo e Ludovica: sono questi i nomi dei bambini dell’hotel Rigopiano. Per loro si è rinnovato il miracolo della vita, seppur resta difficile parlare di miracolo, se non altro considerati tutti i dispersi e il bilancio delle vittime, per loro questo è un vero miracolo. Nei loro occhi restano le immagini della tragedia, la loro vita resterà accumunata a questa tragedia: sono rimasti intrappolati tra la neve e le macerie, il loro rifugio è stata la bolla d’aria che li ha protetti sino all’arrivo dei soccorritori, che con tenacia ed esperienza hanno lavorato contro ogni avversità climatica, aiutando i piccoli dell’hotel Rigopiano a “rinascere”, passando attraverso un buco scavato dal ghiaccio. Le braccia dei soccorritori hanno ricordato ai bambini le braccia di mamma e papà con un’immensa voglia di abbracciare i loro genitori. Drammaticamente non a tutti i bambini dell’hotel Rigopiano è toccata la fortuna di riabbracciare i loro genitori. La famiglia Parete si è riunita in ospedale, nella stessa stanza. Mentre, il piccolo Edoardo ha dovuto fare i conti con la tragica notizia della morte dei suoi genitori. Dopo la battaglia contro la morte, il piccolo dovrà ora combattere contro la solitudine, il ricordo, il rimpianto di essere rimasto solo improvvisamente. Rimasto solo dopo la vacanza anche il piccolo Samuel, i suoi genitori dapprima dispersi sono stati ritrovati senza vita in quel cumolo di macerie e neve. Oggi i piccoli dell’hotel Rigopiano stanno fisicamente bene, hanno superato quella leggera ipotermia, ma sono psicologicamente provati. Difficilmente i bambini piccoli riescono ad inquadrare e a metabolizzare velocemente un evento tanto traumatico, nella disperazione iniziale, sopraffatti dalla paura, potrebbero crearsi un mondo tutto loro in cui trovare conforto. Dimenticare per loro sarà difficile. Per loro comincia ora il momento più difficile, supportati da un’equipe di psicologi che accompagneranno i bambini nell’elaborazione del lutto e del dolore, cercando di accantonare i ricordi del buio e delle macerie miste alla neve e al gelo. Sarà, invece, compito degli assistenti sociali, supportati dai psicologi trovare una famiglia ai piccoli, si cercherà tra i familiari più stretti: i nonni o si opterà per gli zii, in base alla disponibilità e al legame affettivo esistenti prima della tragedia. Si cercherà di poter assicurare a questi bambini la continuità affettiva, l’appoggio emotivo e la stabilità di una famiglia che dia loro un indirizzo ed un insegnamento, ma che li aiuti ad elaborare il lutto, esternandolo anche: aiutati dalle famiglie e dagli esperti del settore. Un’assistenza che deve prolungarsi nel tempo, affinché eviti lo sviluppo di disturbi da stress post traumatico che potrebbero portare, ad esempio per i bambini rimasti orfani ad un isolamento sociale. Il primo approccio servirà ad evitare la cronicizzazione degli effetti del trauma, cercando di bypassare lo stress post traumatico. Ovviamente c’è già un’equipe di psicologi a lavoro sull’effetto immediato, il problema sarà il post, il non lasciarli soli a distanza di tempo dall’evento. Nel caso dei bimbi rimasti soli ed orfani, l’assistenza post evento diventa alquanto importante e necessaria, un’assistenza anche per chi si prenderà cura di loro, un sostegno alle funzioni genitoriali, supportati dagli assistenti sociali. Il supporto ai bambini dell’hotel Rigopiano è alquanto complesso, non ci sono solo bambini che hanno perso i genitori, ma i piccoli di Rigopiano hanno vissuto per giorni in un cunicolo al buio e al freddo. L’intervento e le possibili conseguenze dipendono dall’ambiente che verrà costruito intorno a loro, il rischio è che diventino anaffettivi, che abbiano difficoltà ad esprimere affetto, tendendo a isolarsi. C’è da dire che i bambini hanno una grande capacità di recupero. Per i sopravvissuti, c’è anche il rischio di vivere un vero e proprio senso di colpa, di essere sopravvissuto a discapito di persone che invece non ce l’hanno fatta, che nasce dal pensiero di non aver fatto di tutto per poter salvare quelle persone, per poterle aiutare. Anche in questo caso il sostegno psicologico deve essere mirato e sostenuto nel tempo.
Un incremento di 50 milioni per il fondo non autosufficienza, che arriva così a 500 milioni: è l’ultima buona e inaspettata notizia del 2016 per le persone affette da grave disabilità, contenuta nel decreto legge firmato dal Consiglio dei ministri il 23 dicembre. Il decreto di somma urgenza, contiene misure volte ad affrontare situazioni di criticità, col Sud in testa, si prevedono infatti ammortizzatori sociali a tutela dei lavoratori dell’Ilva, 70 milioni per le strutture sanitarie dell’area di Taranto, un piano di misure di carattere assistenziale e sociale per le famiglie disagiate dell’area di Taranto, da 30 milioni di euro su 3 anni. Il decreto aumenta complessivamente il fondo per la non autosufficienza rispetto allo scorso anno di 100 milioni.
Dal “dopo di noi” al fondo per le non autosufficienze, passando per i nuovi Lea, il 2016 si conferma l’anno delle leggi per la disabilità. Leggi importanti, molto attese da famiglie ed associazioni e arrivate in porto dopo un lungo e travagliato lavoro anche di confronto. Un terno di leggi sociali per la disabilità, in ordine di tempo, la prima ad essere stata approvata è stata quella del “Dopo di noi” seguita dal decreto sui nuovi Lea e sul finire dell’anno è stato incrementato il fondo per la non autosufficienza. Con la legge n.122 del 22 giugno 2016 è nato il “Dopo di noi”, la legge stabilisce la creazione di un fondo per l’assistenza e il sostegno ai disabili privi dell’aiuto della famiglia e agevolazioni per privati, enti e associazioni che decidono di stanziare risorse a loro tutela. Sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative, trust e su trasferimenti di beni e diritti post-mortem. Ogni anno, poi, entro il 30 giugno il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha l’obbligo di presentare una relazione per verificare lo stato di attuazione della legge. Spetterà, inoltre, al Governo produrre sul tema adeguate campagne di informazione. Il fondo, stando a quanto riporta la legge è compartecipato da regioni, enti locali e organismi del terzo settore. Avrà una dotazione triennale di 90 milioni di euro per il 2016, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018. Promessi e mai definiti, sul finire dell’anno dal Ministero della Salute, sono nati i nuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), che con sé hanno portato anche la definizione del nuovo Nomenclatore delle protesi. I Livelli Essenziali di Assistenza vengono definiti in tre ambiti: “prevenzione collettiva”, “assistenza distrettuale” e “assistenza ospedaliera”. Altra novità è stato il nuovo nomenclatore sull’assistenza protesica, insieme all’aggiornamento degli elenchi delle malattie croniche e delle patologie rare. Una novità importante visto dal 2001, data a cui risale il vigente decreto ad oggi, sono stati tanti i progressi in ambito protesico-tecnologico, medico e scientifico. Il decreto però è stato criticato aspramente e bocciato dalle principali associazioni per la disabilità, che ritengono che il testo sia largamente insoddisfacente.